Venezia 70. - Concorso
70. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (2013)
Titolo Biennale | ANA ARABIA |
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Tit. distrib. ital. | ANA ARABIA |
Anno | 2013 |
Regia | Amos Gitai |
Sceneggiatura | Amos Gitai, Marie-Jose Sanselme |
Fotografia | Giora Bejach |
Interpreti | Yuval Scharf, Uri Gavriel, Norman Issa, Yussuf Abuwarda, Shadi Srur, Assi Levy, Sarah (II) Adler |
Nazionalità | Francia, Israele |
Lingua | Arabo |
Dati tecnici | Lungometraggio, Colore, 84 minuti, DCP |
Montaggio | Isabelle Ingold |
Scenografia | Miguel Merkin |
Costumi | Laura Shein |
Produzione | Agav Films |
Distribuzione | Agav Films |
Distribuzione italiana | Cinéphil |
Sinossi: Girato in un unico piano sequenza in formato 1:25, Ana Arabia è un momento nella vita di una piccola comunità di reietti, ebrei e arabi, che vivono insieme in un angolo dimenticato da tutti al “confine” fra Jaffa e Bat Yam, in Israele. Un giorno una giovane giornalista, Yael, li va a visitare. In quei tuguri cadenti, nell’agrumeto pieno di alberi di limoni circondati da palazzoni, Yael scopre una serie di personaggi lontanissimi dai soliti cliché della regione e sente di aver trovato una miniera d’oro di umanità. Si dimentica del suo lavoro. I volti e le parole di Youssef e Miriam, di Sarah e Walid, dei loro vicini, dei loro amici, le parlano di vita, di sogni e speranze, di amori, desiderio e disincanto. Hanno un rapporto con il tempo che è diverso da quello della città che li circonda. In questo luogo di fortuna, fragile, esiste la possibilità di convivere. Una metafora universale. |
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