Sconfini
75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (2018)
Titolo Biennale | THE TREE OF LIFE (EXTENDED CUT) |
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Anno | 2018 |
Regia | Terrence Malick |
Sceneggiatura | Terrence Malick |
Fotografia | Emmanuel Lubezki |
Musica | Alexandre Desplat |
Interpreti | Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain |
Nazionalità | Stati Uniti D'America |
Lingua | Inglese |
Dati tecnici | Lungometraggio, Colore, 188 minuti, DCP, Prime Focus VFX, Double Negative, Method Studios, Texas Advanced Computing Center, One of Us, EFilm, Image Quest 3-D, Prologue Films, University of Illinois National Center for Supercomputing Appli |
Montaggio | Hank Corwin, Jay Rabinowitz, Daniel Rezende, Billy Weber, Mark Yoshikawa |
Scenografia | Jack Fisk |
Costumi | Jacqueline West |
Produzione | Cottonwood Pictures, River Road Entertainment, Brace Cove Entertainment, Plan B Entertainment |
Distribuzione internazionale | The Criterion Collection |
Sinossi: Dopo quarant’anni di leggendaria carriera Terrence Malick porta a compimento la sua visione più incantata, seguendo una storia di infanzia, meraviglia e dolore fino ai limiti più lontani del tempo e dello spazio. Spingendosi fino all’alba della creazione, Malick trasforma i ricordi di un’adolescenza in una storia universale: narra il passaggio alla maturità, nel Texas negli anni Cinquanta, di un bambino intimorito e meravigliato, che impara a farsi strada tra i poli opposti della natura e della grazia rappresentati dal padre, duro e autoritario, e dalla madre, eterea e protettiva. Realizzato con la collaborazione di Emmanuel Lubezki, direttore della fotografia, e di Jack Fisk, direttore artistico, The Tree of Life segna l’apice più intimamente personale e cosmologicamente ambizioso del caratteristico approccio di Malick alla regia cinematografica. La versione qui presentata, cui Malick ha aggiunto, nel 2018, cinquanta minuti di riprese, non è un remake del film, quanto una meditazione più estesa sulla vita dei protagonisti, con un ritmo e un equilibrio diversi, e riflette la convinzione del regista che i film sono cose vive, anche se la versione del 2011 rimane la sua preferita. |
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