Scheda film
1919, crónica del alba
Partecipazioni
- Venezia Giovani - Sezione Competitiva40. Mostra Internazionale del Cinema (1983)
- Titolo Biennale
- 1919 Cronica del alba
- Titolo Originale
- 1919, crónica del alba
- Tit. Trad. Ita.
- 1919 Cronaca dell'alba
- Tit. Trad. Eng.
- 1919 Chronicle of the Dawn
- Anno
- 1983
- Produzione
- Ofelia Films
- Soggetto
- Ramón J. Sender
- Fotografia
- Juan Ruiz Anchía
- Musica
- Riz Ortolani
- Nazionalità
- Spagna
- Lingua
- Spagnolo
- Dati tecnici
- Lungometraggio
- Colore
- 35 mm
- 91 minuti
- Genere
- Drammatico
- Sentimentale
- Montaggio
- Eduardo Biurrum
- Scenografia
- Felix Murcia
- Costumi
- Javier Artinano
- Sinossi
Saragozza 1919,l’anno in cui si prepara il sollevamento anarchico della caserma Palafox. In questo quadro di malessere politico e di decadenza sociale si muove José Garcés, un adolescente di 15 anni che sta scoprendo le delusioni ma anche i piaceri della vita. La sua famiglia, caduta in miseria, lo abbandona al suo destino: deve lavorare come commesso in una farmacia, dove vede sfilare i personaggi più enigmatici. Ed è sempre lì, nell’oscurità del retrobottega, che Garcés scopre l’amore tra le braccia di Isabelita, figliastra di un misterioso e inquietante rivoluzionario: una domestica per cui “la fedeltà non esiste”, e che vede nell’amante la possibilità di sfuggire alla vita che sente già tracciata per se, e che conduce fatalmente ai marciapiedi di Barcellona. Dibattuto tra il suo amore per la borghese Valentina, sempre più difficile da realizzare, e la passione per Isabelità; tra la sua condizione sociale di figlio di borghesi e l’inclinazione per gli ambienti rivoluzionari dell’epoca; tra l’amicizia per il leader della ribellione e l’impossibilità di essere utile alla causa per colpa della sua giovane età; tra la sua famiglia, sempre più in miseria, e quella di Valentina, ogni giorno più ricca, José Garcés finisce per sentirsi soffocato dalla vita, dilaniato dai conflitti e impotente di fronte al destino che sembra chiudergli tutte le porte in faccia. Ma «imparare a morire non è né più facile né più difficile di imparare a vivere», finisce per dichiarare il nostro protagonista alcuni anni dopo, in campo di concentramento, mentre termina di dar forma ai ricordi che lo hanno mantenuto in vita.