Scheda film

Qu'est-ce qu'on attend pour être heureux!

Partecipazioni

Titolo Biennale
Qu'est-ce qu'on attend pour être heureux!
Titolo Originale
Qu'est-ce qu'on attend pour être heureux!
Tit. Distr. Ita.
Un giorno sul set
Tit. Trad. Ita.
Cosa ci aspetta per essere felici!
Anno
1982
Sceneggiatura
Coline Serreau
Nazionalità
Francia
Lingua
Francese
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
92 minuti
Montaggio
Jacqueline Meppiel
Scenografia
Jean-Marc Stehle
Costumi
Edith Vespertini
L’azione si svolge in un luogo solo, per un solo giorno: la ripresa di un film pubblicitario. Due clown tzigani, due coppie di banchieri, la vamp Jean Harlow, Rodolfo Valentino, quattro ragazzacci di periferia mascherati da disco-rockers, una coppia di francesi medi, ballerini classici, due cantanti d’opera, Fred Astaire e Ginger Rogers, costituiscono la troupe che gravita intorno al “prodotto”, una macchina. Le due ideatrici del film sono convinte del genio della loro creatività, mentre il “produttore” le considera come due cretine isteriche. Il che crea alcuni attriti. Il regista pensa dei tre che sono scemi pur rimanendo neutrale; è qui per dire “motore”, “stop” e prendersi l’assegno, e basta. L’unica sua ossessione è di finire in tempo perché l’indomani gira un’altro short pubblicitario. I tecnici, pure, sono qui solo per il cachet, totalmente indifferenti. Il direttore della produzione si dà da fare per fregare tutti, e soprattutto le comparse. Lo si paga per questo. Un signore anziano arriva sul set, è il Signor Tiermond, direttore generale della ditta X... committente del film. Davanti a lui, miracolosamente, svaniscono tutti i conflitti lasciando il posto all'umanità sublime di ciò che si suole volgarmente chiamare il leccapiedi. Il Signor Tiermond è afflitto da un cancro allo stadio finale; gli si devono fare iniezioni di morfina. Tiermond è felice come un bambino di assistere a queste riprese che lo distraggono dall’inferno della sua agonia. La ripresa comincia. I cantanti ed i ballerini, giovanissimi e molto entusiasti, scoprono con tristezza che si chiede loro di fare cose che non sanno fare e che quell che sanno fare non interessano nessuno. E così che si chiede ai ballerini di claquettes di cantare sotto una pioggia fittissima, ai cantanti d’opera di lanciarsi torte alla crema in faccia e ai ballerini classici di fare capriole. Non possono protestare: sono stati lautamente pagati. La pubblicità ha i mezzi per comprarsi gli artisti migliori. Le vecchie comparse hanno una lunga abitudine all’umiliazione, non battono ciglio quando il loro fisico vien valutato con sguardi da commercianti di cavalli, né quando devono correre per ore senza pausa e senza sedie, tuttavia quando si accorgono che il loro contratto non prevede il pagamento degli straordinari, le cose cominciano a mettersi male. .. I quattro ragazzacci di periferia non hanno neanche un contratto! Protestano: si promette loro che finita la ripresa ne avranno uno. Al momento in cui le riprese sono finite, colpo di scena. Si scopre che l’ultima sequenza è fuori uso, bisogna rifarlo. Si distribuisce alcool in abbondanza alla troupe per rabbonirla e le riprese riprendono. Ma la situazione peggiora. Il signor Tiermond, ossessionato dalla paura di tornarsene a casa e di ritrovarsi solo di fronte al dolore e la morte si mette ad un tratto a contestare il film. E mezzanotte, nessuno intravede quale sarà l’esito di questo calvario. Jean Harlow ha bisogno di andare alla toilette; i ragazzacci aspettano sempre il loro contratto, con sempre meno pazienza, mancano sempre le sedie per le comparse; i tacchi alti si son mutati in strumenti di tortura; i ballerini sono sfiniti, i gas della macchina appestano l’atmosfera. Ora sono le due del mattino e gli straordinari non saranno pagati; molti sono già quasi sbronzi; ad un tratto, Maurice, una comparsa anziana, sviene. Allora è il caos, la rivolta, cattura d’ostaggi, l’orrore, la festa, la danza, l’esito felice d’una vecchia storia d’amore...