Scheda film

Sciopèn

Partecipazioni

Premi

  • Leone d'oro opera prima (ex aequo) (1982)
Titolo Biennale
Sciopên
Titolo Originale
Sciopèn
Tit. Distr. Ita.
Sciopèn
Tit. Distr. Eng.
Chopin
Anno
1982
Sceneggiatura
Luciano Odorisio
Fotografia
Nando Forni
Nazionalità
Italia
Lingua
Italiano
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
100 minuti
Genere
Comico-commedia
Montaggio
Antonio Uterzi
Scenografia
Nicola Rubartelli
Costumi
Maria Rosaria Donadio
Francesco e Andrea sono stati compagni di scuola a Chieti, una quieta città della provincia abruzzese; poi compagni di Conservatorio a Roma, uniti per tutta la giovinezza da un’amicizia lunga e tenace. La fine degli studi li ha divisi. Oggi, a 40 anni, vivono, lontani l’uno dall’altro, gli anni della propria maturità, delle ultime illusioni. Andrea ha lasciato l’Abruzzo per Milano alla ricerca di un successo come direttore d’orchestra. Ha trovato invece molto lavoro ma prevalentemente di routine: colonne sonore per la televisione, pubblicità, ma concerti... pochi e sempre rari. Le “gioie familiari” e la sicurezza economica non lo consolano del sentimento angoscioso di sprecare giorno per giorno le ultime briciole del proprio talento. Francesco è rimasto a Chieti, insegna musica nelle scuole e, una volta l’anno, dirige il tradizionale coro della Processione del Venerdì Santo. Si è sposato anche lui, con Marta, una giovane donna di origine napoletana, bella e ambiziosa, tanto piena di progetti, di calcoli, di iniziative spregiudicate, quanto Francesco è sognatore, pigro e inerme. Ma il destino ha deciso d'incrociare una volta il cammino dei due vecchi amici. Mentre fervono i preparativi per il Venerdì Santo, la tranquilla esistenza di Francesco viene sconvolta da una voce sempre più incalzante ed autorevole che circola in città: alcuni gruppi economici e qualche personaggio politico, interessati a1 rilancio turistico della zona, hanno deciso di ridare vita al glorioso complesso bandistico cittadino, i1 Gran Concerto Musicale “Città di Chieti”. Un organico rinnovato ed imponente per dimensioni e qualità: centoventi elementi. E sarà lui, il maestro Francesco Maria Vitale, a dirigerli! Cosi si dice al Bar Vittoria, sotto i portici del Corso Marrucino, nei salotti della città; così preannuncia la stampa locale; così gli assicura Marta, che, decisa a tutto pur di non farsi sfuggire la “grande occasione”, è diventata addirittura l’amante di uno dei promotori dell’iniziativa. Soltanto Nicolino, musicofilo per passione ma infermiere per necessità, insinua nel coro di affrettate congratulazioni una nota stridente, un po’ per vendicarsi di essere stato escluso dai primi festeggianti, e un po’ così, per vedere che cosa succede. E se, invece di Francesco, a dirigere la nuova banda gli organizzatori richiamassero proprio Andrea, da Milano? In fondo Andrea Serano, chietino purosangue come Francesco, è già un nome nel mondo della musica, o almeno sembra tale visto dall’Abruzzo: un nome sicuro, garanzia di pubblicità, di contatti con la televisione, di maggior prestigio per tutta l’impresa. La voce corre a turbare molte notti, oltre quelle di Francesco e di Marta, attraversando i muri sonnolenti della città. Corre fino a Milano, dove troverà un’eco inaspettata: la calorosa, imprevedibile disponibilità di Andrea, che si aggrappa, con gli ultimi entusiasmi di cui è capace, a quest’ennesima illusione di rivincita