Scheda film

Scugnizzi

Partecipazioni

Premi

  • Medaglia d'oro della Presidenza del Senato (1989)
Titolo Biennale
Scugnizzi
Titolo Originale
Scugnizzi
Tit. Distr. Ita.
Scugnizzi
Tit. Distr. Eng.
Street Kids
Anno
1989
Distribuzione italiana
Titanus distribuzione S.P.A
Fotografia
Claudio Cirillo
Nazionalità
Italia
Lingua
Italiano
Effetti
Dolby System
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
Ottico
35 mm
122 minuti
Montaggio
Franco Fraticelli
Scenografia
Bruno Garofalo
Costumi
Danda Ortona
Sera. Due cellulari si fermano davanti all'ingresso laterale del San Carlo. Scortati dagli agenti di custodia ne scendono una trentina di ragazzi fra i 14 e i 18 anni. Scompaiono all'interno. Si truccano. Si vestono. La platea del teatro si riempie di spettatori eleganti. E' uno spettacolo di beneficenza. Si fa buio. L'orchestra inizia a suonare. Si apre il grande sipario. Comincia lo spettacolo Scugnizzi ideato e recitato dai trenta ragazzi detenuti nell'Istituto Minorile di Nisida. Dai primi piani degli interpreti, dalle situazioni mimiche e coreografiche, dalle battute delle scenette, dai versi delle canzoni, nascono frammenti e brani della vita dei ragazzi. Sono tutti tasselli di un quadro, di un mosaico, sulla condizione dei minori, oggi, a Napoli. L'uomo nella società è sempre un po' attore di se stesso. Il ragazzo napoletano è attore di così profonda vocazione da fare fino in fondo la parte del napoletano "tipo". La cronaca napoletana è piena di avvenimenti assurdi, violenti, grotteschi, surreali. Spesso il clima è di accanita, furiosa follia. La città pullula di contraddizioni, gesti insensati, nonsensi dissennati. E' disfatta e confusa, misteriosa e indecifrabile. E' la più triste del mondo, apparendo talvolta coma la più gaia. Si improvvisa il teatro per evadere dal dolore del vissuto. Scacciamo l'idea della morte dalla loro testa e dai loro vicoli riempiendoli di grida e di rumori. Molti scugnizzi si "godono" la vita con funebre carica suicida. Si consegnano indifesi all'empirismo cinico dei potenti per poi magari rifugiarsi nella gabbia dei "grandi" sentimenti privati.