Scheda film
Scugnizzi
Partecipazioni
- Venezia 4646. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1989)Note alla partecipazione: Osella per il talento musicale dimostrato ai giovani interpreti.
Premi
- Medaglia d'oro della Presidenza del Senato (1989)
- Titolo Biennale
- Scugnizzi
- Titolo Originale
- Scugnizzi
- Tit. Distr. Ita.
- Scugnizzi
- Tit. Distr. Eng.
- Street Kids
- Anno
- 1989
- Produzione
- Clemi Cinematografica
- Regia
- Nanni Loy
- Distribuzione italiana
- Titanus distribuzione S.P.A
- Fotografia
- Claudio Cirillo
- Musica
- Claudio Mattone
- Nazionalità
- Italia
- Lingua
- Italiano
- Effetti
- Dolby System
- Dati tecnici
- Lungometraggio
- Colore
- Ottico
- 35 mm
- 122 minuti
- Montaggio
- Franco Fraticelli
- Scenografia
- Bruno Garofalo
- Costumi
- Danda Ortona
- Sinossi
Sera. Due cellulari si fermano davanti all'ingresso laterale del San Carlo. Scortati dagli agenti di custodia ne scendono una trentina di ragazzi fra i 14 e i 18 anni. Scompaiono all'interno. Si truccano. Si vestono. La platea del teatro si riempie di spettatori eleganti. E' uno spettacolo di beneficenza. Si fa buio. L'orchestra inizia a suonare. Si apre il grande sipario. Comincia lo spettacolo Scugnizzi ideato e recitato dai trenta ragazzi detenuti nell'Istituto Minorile di Nisida. Dai primi piani degli interpreti, dalle situazioni mimiche e coreografiche, dalle battute delle scenette, dai versi delle canzoni, nascono frammenti e brani della vita dei ragazzi. Sono tutti tasselli di un quadro, di un mosaico, sulla condizione dei minori, oggi, a Napoli. L'uomo nella società è sempre un po' attore di se stesso. Il ragazzo napoletano è attore di così profonda vocazione da fare fino in fondo la parte del napoletano "tipo". La cronaca napoletana è piena di avvenimenti assurdi, violenti, grotteschi, surreali. Spesso il clima è di accanita, furiosa follia. La città pullula di contraddizioni, gesti insensati, nonsensi dissennati. E' disfatta e confusa, misteriosa e indecifrabile. E' la più triste del mondo, apparendo talvolta coma la più gaia. Si improvvisa il teatro per evadere dal dolore del vissuto. Scacciamo l'idea della morte dalla loro testa e dai loro vicoli riempiendoli di grida e di rumori. Molti scugnizzi si "godono" la vita con funebre carica suicida. Si consegnano indifesi all'empirismo cinico dei potenti per poi magari rifugiarsi nella gabbia dei "grandi" sentimenti privati.