Scheda film

X

Partecipazioni

Premi

  • Premio Speciale (1986)
Titolo Biennale
X
Titolo Originale
X
Anno
1986
Sceneggiatura
Oddvar Einarson
Fotografia
Svein Krøvel
Nazionalità
Norvegia
Lingua
Norvegese
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
35 mm
95 minuti
Genere
Drammatico
Montaggio
Inge-Lise Langfeldt
Scenografia
Torunn Müller
Jon gabriel, pallido e giovane fotografo (in bianco e nero) della nuova corrente, assomiglia un poco a Buster Keaton. Perfettamente a suo agio nel lavoro, si sente smarrito quando si tratta di rapportarsi agli altri. Attraente quanto basta, benché all’apparenza distante e inavvicinabile, è in realtà spaventato. Senza dubbio, è uno spostato. Flora, quattordici anni, vive per la strada, non ha, letteralmente, casa, eppure sa farsi valere, coinvolgendo gli altri nella sua lotta per la sopravvivenza. È una ragazzina con un’esperienza di gran lunga superiore alla sua età, che fa sfoggio di una durezza esteriore e di una schiettezza nettamente in contrasto con la fragilità del suo fisico. Il nostro fotografo rimane senza parole quando la monella lo guarda dritto negli occhi e gli chiede: “Hai un posto dove possa stare?” Lui l’accoglie a casa sua e, nel suo modo speciale, si avvicina a lei. Non con le parole o il comportamento, ma con un poster. Lei non vuole essere chiamata “Flora” e preferisce “Kim”. Lui scrive KIM in rilievo su un pezzo di cartone – e lei è completamente avvinta. Rimane. Lui non osa. E la scuola, casa sua? Pensa che la troveranno. Quando lei chiede la chiave di casa, si rifiuta di dargliela. Ha parecchio da fare e la lascia per strada. Ma il senso di questo tradimento rimane. Alla luce del rapporto appena concluso, emergono la sua solitudine, la sua distanza negli ambienti in cui lavora. Non è mai veramente lì – fotografo solitario i cui rapporti con gli altri non vengono mai in realtà correttamente avviati. E quando incontra di nuovo Flora, è lui ad essere attirato da lei. È una storia d’amore – l’improbabile amore tra una ragazzina di strada e un fotografo. Questa storia, però, è raccontata col linguaggio cinematografico: le immagini parlano e ritraggono l’azione con i suoi intrinseci conflitti. Ci si è allontanati dal dialogo come elemento principale. Questo non è il tipico film norvegese: è un film che comunica luminosità e freddezza al tempo stesso. Un film di grigi e di bianchi, con alcuni colori netti che risplendono come luci al neon. Una semplice, improbabile storia d’amore, raccontata in modo immediato, diretto, sullo sfondo di una città solitaria.