Scheda film
- Titolo Biennale
- Anantaram
- Titolo Originale
- Anantaram
- Tit. Trad. Ita.
- Monologue
- Anno
- 1987
- Produzione
- General Pictures
- Regia
- Adoor Gopalakrishnan
- Sceneggiatura
- Adoor Gopalakrishnan
- Distribuzione
- General Pictures
- Fotografia
- Ravi Varma
- Musica
- M. B. Srinivasan
- Nazionalità
- India
- Lingua
- Malayalam
- Dati tecnici
- Lungometraggio
- Colore
- 35 mm
- 126 minuti
- Montaggio
- M. Mani
- Sinossi
La chiave di Anantaram è nella scena finale: un bambino, Ajayan, noto anche come Ajayakumar, scende due volte una rampa di scale, la prima volta contando “uno…tre…cinque…sette…”, la seconda “due…quattro… sei…otto…”. Due volte, infatti, il film narra la storia di Ajayan, dalla nascita all’età adulta, scegliendone però episodi diversi. Sicché i due successivi ritratti del protagonista, ancorché complementari, sono curiosamente in contrasto. Nella prima storia, da ciò che Ajayan dice di se stesso, apprendiamo che egli è nato con il marchio dell’illegittimità, e che, abbandonato dalla madre nella sala parto, è stato allevato con grande amore dal medico dell’ospedale, una volta che questi ha lasciato il servizio. Fin da bambino Ajayan si sente un disadattato, principalmente a causa del suo talento. Egli scopre che la società è essenzialmente ostile verso coloro che si distinguono dalla norma, mentre è favorevole nei confronti dellaq mediocrità. L’impossibilità d definire il proprio rapporto con gli altri, la mancanza di un sentimento di appartenente e un logorante senso di perdita, portano Ajayan allo sconforto e ad uno stato di nevrosi. Alla fine della prima storia, Ayajan è oppresso dal senso di colpa per i sentimenti che prova verso la moglie del fratellastro. Egli vuole scappare da tutto ciò, ma non può. La mente turbata di Ajayan vaga fra i meandri della memoria e dell’immaginazione. Eventi e impressioni del passato sono ricostruiti a giustificazione di una relazione impossibile. Il reale si mescola con fantastico e le linee di separazione svaniscono nell’aria. La Nalini della seconda storia di Ajayan (rassomigliante a Suma, la bella moglie del fratello) potrebbe essere vista come una finzione della sua immaginazione; ma, ancora una volta, non è cos’. La indivisibilità di reale e immaginario s’intensifica lentamente, spingendo Ajayan sull’orlo della crisi.