Scheda film

Mamma Ebe

Partecipazioni

Titolo Biennale
Mamma Ebe
Titolo Originale
Mamma Ebe
Tit. Distr. Ita.
Mamma Ebe
Anno
1985
Fotografia
Romano Albani
Nazionalità
Italia
Lingua
Italiano
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
35 mm
98 minuti
Genere
Drammatico
Montaggio
Franco Fraticelli
Scenografia
Massimo Razzi
Costumi
Rita Corradini
Assetragliata in una chiesa, una ragazza, Laura, minaccia di uccidersi se non le conducono la madre. Ma la “Mamma” che lei cerca è "Mamma Ebe" una pseudo santona, fondatrice di un ordine religioso fasullo, appena attestata per ordine della magistratura. ll procsso si celebra ‘per direttissima e davanti alla Corte sfilano i testimoni, a favore e contro, e attraverso il loro racconto visualizzato la vicenda acquista ora toni cupi, ora toni di struggente suggestione mistica. A tratti “Mamma Ebe” appare come una strega, sadica e spietata, e i suoi Istituti, sparsi in tutta Italia, vengono definiti inferni, dove le suore “schiave” sono costrette con le buone e con le cattive a lavorare 18 o 20 ore al giorno. Dagli atti processuali emerge che un giovane seminarista, Giulio Cesetti, è l’amante della donna e che un altro, Bruno, le dedica lettere scabrose dove immagina di possederla. Si parla di crociere a bordo di yachts e di champagne, delle sevizie riservate agli adepti dissidenti e dell’uso di psicofarmaci per incentivare le vocazioni. Altre volte, invece, “Mamma Ebe” viene definita una santa, una guaritrice, una benefattrice. Con lei, coinvolto nella vicenda, vi è anche un monsignore, don Paolo Monti, che l’ha sempre difesa, giungendo a definirla uno strumento del Signore. Ma chi ha ragione? Dov’è la verità? È vero quello che dice Laura, che la difende, tanto che dopo la deposizione si ritira a “Villa Ebe” a dirigere il gruppo rimasto fedele alla fondatrice, in attesa del suo ritorno? O è vero quello che dice un’ex suora, Maria Pia Sturla, ora dissociata, che l’accusa delle cose più turpi? Per saperlo e liberare la figlia dalla suggestione di “Mamma Ebe”, il padre di Laura, assieme alla madre di Bruno, va alla ricerca di quei testimoni che la magistratura non ha ancora raggiunto. Ma anche questa indagine privata si rivela contraddittoria. Il primo marito di Ebe di dipinge la donna come una mangiatrice di uomini assatanata di sesso; un vecchio frate sostiene di averla vista parlare con Gesù... Non resta quindi che Sandra, una suora fuggita da Villa Ebe dopo l’arrivo dei carabinieri. La donna sa molto, ma ha paura e al processo, davanti a “Mamma Ebe” che la fissa severa dal banco degli imputati, Sandra non se la sente di accusarla e scappa via. La sentenza definitiva è di condanna, ma questo non serve a restituire alla famiglia né Bruno né Laura, che si congeda dal padre e ritorna ala “Villa” per proseguire la missione di “Mamma Ebe”.