Scheda film

Le soulier de satin

Partecipazioni

Titolo Biennale
Le soulier de satin
Titolo Originale
Le soulier de satin
Tit. Distr. Eng.
The Satin Slipper
Tit. Trad. Ita.
La scarpetta di raso
Anno
1985
Sceneggiatura
Manoel de Oliveira
Soggetto
Paul Claudel
Fotografia
Elso Roque
Nazionalità
Francia
Portogallo
Lingua
Francese
Effetti speciali
Claude Porcher, Jean-François Gasnier
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
35 mm
400 minuti
Genere
Drammatico
Montaggio
Janine Martin
Scenografia
Antonio Casimiro, Maria José Branco, José Luis Oliveira, Eduardo Filipe, Luis Monteiro
Costumi
Jasmim
L'azione si svolge all'epoca delle grandi scoperte, tra la fine del '400 e l'inizio del '500. La storia comincia con un naufragio, provocato dai pirati: in punto di morte, un gesuita innalza una preghiera per raccomandare suo fratello Don Rodrigue, cavaliere spagnolo che si sta allontanando da Dio. Don Rodrigue, arrivato anni fa sulle coste dell’Africa, in seguito a un naufragio, si è innamorato di Doña Prouhèze, la giovane moglie di Don Pélage, governatore di quei luoghi, ed è da lei ricambiato. Don Pélage infatti è vecchio, non ha mai saputo amarla come lei si aspettava e le fa condurre una vita militaresca. Recatisi in Spagna per ragioni di famiglia, Don Pélage affida Doña Prouhèze a un vecchio amico, Don Balthazar. Ma lei confida al suo guardiano, che non è troppo severo, il suo desiderio di fuggire per raggiungere l’uomo che ama. Sentendosi sul punto di correre verso Don Rodrigue, Doña Prouhèze offre alla Vergine la sua scarpina di raso, per mostrare con quel gesto simbolico che andrà incontro al male, ma lo farà zoppicando. Anche un losco avventuriero, Don Camille, cugino di Don Pélage, vuole Doña Prouhèze e, per quanto lei rifiuti, le dà appuntamento in Marocco, a Mogador. Intanto il re di Spagna, preoccupato dalle notizie di disordini, massacri e saccheggi, che giungono dalle colonie americane, decide di mandarvi come proprio Viceré Don Rodrigue. Ma questi, sfidando la sua autorità, rifiuta per andare dall’amata. Non riuscirà a raggiungerla: una notte, correndo in difesa di gente attaccata da quelli che lui crede dei banditi, resta ferito. Viene trasportato nel castello di sua madre e Doña Prouhèze, informata da un servo, fugge per raggiungerlo, assecondata in questo da Don Balthazar, il suo guardiano. Nel castello però si tiene lontana dall’amato, che giace gravemente ferito: quando Pélage giunge per ricordarle il suo dovere, lei obbedisce e parte senza rivedere Don Rodrigue. La mandano a Mogador, col compito di impedire che cada in mano mussulmana, come s1 sospetta che sia nei piani di Don Camille. Una volta guarito, Rodrigue si lancia all’inseguimento di Prouhèze: sta per raggiungerla, ma lei ordina di far fuoco contro la sua caravella che resta disalberata, immobilizzata in alto mare. A Mogador, Prouhèze detiene soltanto un potere fittizio: è in realtà a Don Camille, suo luogotenente, che le truppe obbediscono. Rodrigue, una volta arrivato, fa consegnare a Prouhèze una lettera sua e una del re: attende che lei lo riceva, ma Camille gli ordina di partire dicendogli che non avrà risposta alcuna. Rodrigue rifiuta. Tuttavia, la notte, durante una ronda, Rodrigue viene raggiunto da Prouhèze: è il primo abbraccio dei due amanti, che però si separano subito dopo. Prouhèze resta a Magador e Rodrigue decide di partire. Passa del tempo. Prouhèze ora è vedova e sposa Camille, che però infierisce su di lei. Un giorno, non resistendo alla sofferenza, si decide a chiamare Rodrigue in suo soccorso: gli invia una lettera che, per dieci anni, passerà di mano in mano. Quando questi la riceve è un viceré autoritario che vive in una squallida corte: con il pretesto di essere richiamato in Spagna, Rodrigue parte con il grosso delle sue truppe e delle sue navi, deciso ad assediare Mogador. Prouhèze però ha capito che non dovrà mai darsi a Rodrigue, per poter restare così, per lui, un sogno inaccessibile, l’oggetto di un desiderio inestinguibile. Due mesi dopo, la flotta agli ordini di Rodrigue è davanti a Mogador, che viene attaccata dai Mori. Questi vengono respinti, ma la potenza di Camille è ormai finita. Prouhèze va a parlamentare con Rodriguez: gli affida la figlia che ha avuto da Camille e ritorna, nonostante lui tenti di trattenerla, alla fortezza che verrà fatta saltare in aria a mezzanotte. Rodrigue è caduto in disgrazia presso il re di Spagna che, per punizione, lo invia nelle Filippine, dove si lancia alla conquista dell’Oceano Indiano e del Giappone. Ferito in una battaglia, perde una gamba e viene catturato dai giapponesi, che lo tengono prigioniero per diversi anni. Dieci anni dopo, ritroviamo Rodrigue invecchiato su una barca, assieme ad un pittore giapponese cui fa dipingere immagini di santi. Il re di Spagna intanto nutre grandi progetti di conquista; ha armato due flotte: una, l’Invincible Armada, per combattere contro l’Inghilterra, l’altra per muovere guerra ai Turchi. perde una gamba e viene catturato dai giapponesi, che lo tengono prigioniero per diversi anni. Doña Sept-Epées, figlia di Prouhèze, salva la vita a Jean d’Autriche, comandante dell’Invincible Armada: egli se ne innamora, ma lei pensa soltanto al suo progetto di liberare i cristiani che sono tenuti rigionieri nelle carceri mussulmane. Per questo motivo chiede aiuto a Don Rodrigue, che glielo rifiuta. Rodrigue ha altro per la testa: crede di dover sposare la regina Maria Stuarda, che si è presentata per chiedergli di regnare assieme a lei. In realtà è un’odiosa farsa architettata ai suoi danni per vendetta dal re di Spagna, e la “regina” è soltanto un’attrice. Rodrigue non si accorge di nulla e finirà, al termine della beffa, imprigionato e poi venduto come schiavo. Viene salvato da Frate Léon, che lo fa affidare a una vecchia suora. Mentre se ne va con lei, si sente in lontananza tuonare il cannone; è Doña Sept-Epées che gli annuncia di aver raggiunto la nave di Jean d’Autriche.