Scheda film

It's All True

Partecipazioni

Titolo Biennale
It's All True
Titolo Originale
It's All True
Tit. Trad. Ita.
Tutto vero
Anno
1941-1942
Nazionalità
Stati Uniti D'America
Lingua
Inglese
Dati tecnici
Lungometraggio
35 mm
22 minuti
Genere
Documentario
Nel 1942, dopo Pearl Harbour, Nelson Rockfeller – proprietario di numerose holdings in Sud America, azionista della RKO e coordinatore per gli affari interamericani – si fa promotore di una massiccia azione di propaganda nell’America Latina, minacciata dal pericolo del servizio segreto nazista. Orson Welles, come molti artisti, aveva deciso di offrire la propria opera a sostegno della propaganda nazionale, cosicché Rockfeller gli affidò un documentario in grado di mostrare l’interesse nord-americano per l’America Latina. Welles, in quel momento, aveva da poco iniziato le riprese di “It’s All True”, un film a episodi, il secondo dei quali – “My Friend Bonito” – ambientato in Messico. Il regista, per realizzare il documentario commissionatogli, decise di mantenere questo episodio, sostituire gli altri soggetti con alcuni episodi brasiliani e ambientare tutto “It’s All True” in America Latina. Le riprese avrebbero dovuto iniziare in tempo per includere il carnevale di Rio. Una volta giunto in Brasile, Welles non smentì la sua fama di personaggio eclettico: filmò circa centoventimila metri di pellicola a colori, ricostruì il carnevale nello stadio Maracaña, volle fra i suoi interpreti Grande Otelo, il più importante e famoso attore popolare brasiliano. Questo primo episodio, inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi “Carnaval”. Nel corso delle riprese, però, decise di cambiarlo in “Story of the Samba”. Purtroppo, una serie di infortuni successivi determinò lo smarrimento di quasi tutta questa parte di “It’s All True”. Per il secondo episodio brasiliano, Welles, invece, si ispirò ad un fatto di cronaca: la storia di quattro pescatori che, senza strumenti, su una barca a remi, percorsero 1650 miglia per raggiungere a Rio il Presidente della Repubblica e protestare contro la loro indigente condizione economica. L’accoglienza da parte della cittadinanza carioca fu trionfale. Welles, entusiasta, decise di ricostruire la vicenda. Le riprese purtroppo furono funestate da un gravissimo incidente: uno dei pescatori morì divorato da uno squalo. La colpa dell’incidente fu addossata a Welles. La troupe venne richiamata negli Stati Uniti, la RKO – i cui rapporti con il regista erano ormai deteriorati – ritirò i finanziamenti. Tuttavia, Welles riuscì a terminare le riprese con l’aiuto di soli tre assistenti che non avevano voluto abbandonarlo. Il materiale girato non è stato, però, mai utilizzato o montato. Anzi, per la maggior parte, non è stato neppure sviluppato. Da alcune testimonianze risulta che il montaggio che Welles aveva pensato per “It’s All True” prevedeva come primo episodio “My Friend Bonito” (l’episodio messicano che racconta la storia di un toro salvato, durante una corrida, dalla pietà della folla). Un disegno animato sulla conquista del messico avrebbe dovuto fare da trait d’union fra il primo episodio e “Jangadeiros”, la storia dei pescatori, al termine della quale i protagonisti, accolti trionfalmente dalla folla, si congedano per immergersi nel carnevale ed introdurre così “The Story of the Samba”, conclusione di “It’s All True”. Nel 1980, quasi quarant’anni dopo le riprese, vennero ritrovati,in una camera di sicurezza degli studios della Paramount (nuova proprietaria della RKO), circa tredicimila metri di negativo in bianco e nero. Le scatole contenenti la pellicola, erano contrassegnate dall’etichetta “Bonito”, il nome del protagonista della storia messicana girata da Orson Welles per “It’s All True”.