Scheda film
- Titolo Biennale
- Embryók
- Titolo Originale
- Embriók
- Tit. Trad. Ita.
- Embrioni
- Anno
- 1985
- Produzione
- Mafilm - Társulás Stúdió, Budapest
- Regia
- Pál Zolnay
- Musica
- Zdenkó Tamássy
- Nazionalità
- Ungheria
- Lingua
- Ungherese
- Dati tecnici
- Lungometraggio
- Bianco e Nero
- 35 mm
- 86 minuti
- Genere
- Drammatico
- Montaggio
- Marianna Miklós
- Sinossi
“Ci vuole un gran fegato. per vivere», dice l'anziana professoressa alla sua vecchia allieva, la dottoressa Teréz Daròczy, specialista in ostetricia e ginecologia.
Teréz, una divorziata di trentaquattro anni dedita al lavoro al limite dell’ossessione, ha «abbastanza fegato» da far venire al mondo migliaia di bambini o da eliminarne a migliaia per mezzo di aborti legali eseguiti con notevoli sofferenze mentali. Che genere di vita attende un bambino a cui è data l’occasione di strillare appena partorito, e che richiede cure e attenzioni immediate? E l’essere umano a cui è stato permesso di vivere solo alcune settimane di esistenza embrionale, che genere di vita avrebbe potuto avere?
Sembra facile rispondere a queste domande. Ci si basa sulla conoscenza collettiva, ottenuta dall’umanità attraverso un’esperienza colma di sofferenze.
La vita consiste in lotte e difficoltà, la sofferenza è realistica, palpabile, la felicità è solamente relativa, passeggera, elusiva. Nel migliore dei casi, sarebbe questo il destino dell’essere umano a cui è negata l’opportunità di nascere. O peggio: perché la condanna a morte è pronunciata, di regola, dopo che si sono soppesate circostanze individuali più scoraggianti ancora rispetto alla media.
Il ragionamento, la logica, non riescono a tranquillizzare la mente di Teréz. Entrata nel terzo mese di gravidanza, deve prendere una decisione riguardo al destino del bambino. Il padre è un uomo sposato, con tre figli, due dei quali frutto di un precedente matrimonio. È emotivamente complicato, sentimentalmente incostante; non lo attira la possibilità di una nuova paternità. Cerca di scrollarsi di dosso ogni responsabilità.
Sua moglie, madre del terzo figlio, è inflessibile; e risolutamente, disperatamente, difende la famiglia attuale.
Teréz può contare solo su se stessa. Le ragioni per porre fine alla vita dell’embrione si moltiplicano. Nel ventre di Teréz batte il cuore di un bambino, chiede di poter vivere.
Ci sarà una nascita trionfante? Il film pone questa domanda ma non si spinge oltre.