Scheda film

Ricordo la sera che arrivò. Una gran pioggia e una scalogna ancora più grande... cos’altro spinge un vagabondo alla tua porta? Comunque, era lì. Un po’ più basso di mio padre, un po' più che reale, con una rude saggezza scritta in volto, più efficace di qualunque parola. «Sono tuo cugino», disse. Fu allora che iniziò l’incantesimo. Ne fummo stregati, non appena aprì la bocca per parlare. Quelle sue storie... Amanti dal tragico destino e cugini scomparsi, stravaganti vicende e sogni sfrenati, il composito passato della nostra famiglia si spiegava interamente davanti a noi, come un incantesimo suscitato dalle fiamme del caminetto, che balzava e crepitava sulla tavola apparecchiata con lo scintillio di un’irrefutabile magia. Chi era, in realtà? Per mio padre, la voce di un amico d’infanzia, non udita da quarant’anni. Per mia madre, lo sguardo intenso di un abile guaritore, il cui influsso da tempo sperava di subire. E per me? Un venditore ambulante dai capelli d’argento, che giocava di destrezza, e che ad ogni sua impersonificazione, raccontava meraviglie in modo tale da suscitare il riso. Cosa cercava? È difficile a dirsi. Era più facile amarlo, che fidarsi di lui... qualcosa, nei suoi occhi, presagiva un segreto disperato che ci avrebbe sconvolto tutti. In parte vagabondo. In parte poeta. In parte prodigio di stregone. Un po’ pazzo e assolutamente fuori del comune. Vorrei averlo conosciuto prima.