Scheda film

Walls of Glass

Partecipazioni

Titolo Biennale
Walls of Glass
Titolo Originale
Walls of Glass
Tit. Distr. Eng.
Walls of Glass
Tit. Trad. Ita.
Pareti di vetro
Anno
1985
Fotografia
Ivan Strasburg
Nazionalità
Stati Uniti D'America
Lingua
Inglese
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
35 mm
95 minuti
Genere
Drammatico
Montaggio
Scott Vickrey
Storia di una realizzazione di sé, “Walls of Glass” è il dramma interiore del trionfo personale di un uomo. James Flanagan, cinquantatreenne tassista newyorkese, è un aspirante attore shakespeariano. Per soddisfare il suo desiderio, James deve vincere i propri dubbi, passati e presenti. Una serie di flashback, barlumi del passato di Flanagan, mettono in luce ricordi del padre che lo hanno tormentato per tutta la vita. Questi era stato fervente ammiratore di Shakespeare, e aveva profondamente segnato James. A causa della depressione, il padre non era riuscito a trovare un lavoro. Per nascondere la vergogna e l’imbarazzo li affogava nell’alcool. Quando James aveva tredici anni, il padre morì lasciandolo infatuato di Shakespeare e timoroso di fallire. Nel corso di una intermittente ma ininterrotta conversazione con James, la madre cerca di aiutarlo a vincere i propri sentimenti nei confronti del padre. James e la madre sono legati da un rapporto stretto, toccante, spesso divertente. È lei l’elemento determinante perché Flanagan accetti il passato e affronti positivamente il proprio futuro. Legalmente separato dalla moglie Mary, Flanagan vede abitualmente i due figli, Sean e Danny, si preoccupa per il loro avvenire e teme che il modello stabilito dal padre si ripeta. James vive con Andrea, che lo ama teneramente e l’incoraggia a lasciare il lavoro di tassista per assecondare il suo sogno di attore. Nonostante le presenti frustrazioni e le passate delusioni, Flanagan non prova amarezza. Persegue la carriera di attore, frequenta corsi di recitazione e lotta fino al limite delle sue forze. Il suo insegnante lo spinge in questa direzione, senza mai dirgli che ha un talento veramente eccezionale. Durante un’audizione, nel corso della quale Flanagan recita superbamente, viene rudemente liquidato da un assistente alla produzione con la debole scusa che non è iscritto al sindacato degli attori. Deluso per questo rifiuto, Flanagan si rivolge ad Andrea in cerca di incoraggiamento e indicazioni sul da farsi. Fa ritorno a casa e i suoi timori risultano fondati quando si rende conto che Andrea non è sola. È sopraffatto dalla gelosia dal sospetto, dall’ira: ne deriva una discussione, e James esce di casa su tutte le furie. Si reca da Mary e dai ragazzi, per apprendere che lei sta iniziando una nuova vita, indipendente. Angosciato, va al Delacorte Theatre, in Central Park. Con il testo di Shakespeare in mano, attraversa il palcoscenico, strappa le pagine dal libro e le getta in aria, riconoscendo la sconfitta. In preda alle lacrime, in un flashback, Flanagan si ricorda della composizione intitolata “Successo” che aveva scritto da bambino, con l'aiuto del padre. Liberandosi dal senso di colpa e dai timori che lo hanno ostacolato, raccoglie le pagine del libro, che rappresentano frammenti della sua vita. Adesso James Flanagan comincia ad allontanare da sé il passato e persegue, con un’ambizione rinvigorita, il sogno di sempre. Con rinnovata speranza, e la volontà di riuscire, Flanagan si ripresenta in incognito all’audizione, per provare un’altra volta. È il primo passo, lo sente, verso il “ successo”.