Scheda film

Cuore

Partecipazioni

Titolo Biennale
Cuore
Titolo Originale
Cuore
Tit. Distr. Ita.
Cuore
Tit. Trad. Eng.
Heart
Anno
1984
Fotografia
Luigi Kuveiller
Nazionalità
Italia
Lingua
Italiano
Dati tecnici
Lungometraggio
Colore
35 mm
134 minuti
Genere
Drammatico
Montaggio
Sergio Buzi
Scenografia
Gianni Sbarra
Costumi
Paola Comencini
Enrico Bottini si arruola felice di andare a combattere e diventare un eroe, e incontra, militari come lui, tre dei suoi compagni di scuola: Garrone, il bambino gigante, amato da tutta la classe perché era il più forte e difendeva i deboli; Coretti, il figlio del legnaiolo, sempre allegro, che studiava scaricando la legna come se niente fosse, e aiutava i compagni senza mettersi in mostra; Rabucco, soprannominato "Muso di lepre" che si ostinava a insegnare a leggere e scrivere al padre muratore. Insieme a loro, Enrico ricostruisce facce, nomi, avventure dei bambini della classe; evoca la figura del maestro Perboni, dei genitori, della bellissima maestrina con la penna rossa, dei compagni assenti. E quei ricordi, messi a confronto con la vita di trincea, appaiono contemporaneamente allegri, lontani e però stranamente premonitori dei fatti tragici della guerra. Come nel caso di Coretti, che muore accanto a Enrico in un'imboscata, mentre insieme a lui ricorda una battaglia di bambini organizzata per gioco dal padre, fanatico ammiratore del re, e in cui a Coretti bambino toccava sempre fare la parte del morto. A Enrico, rimasto solo, non resta che rifugiarsi nei ricordi come l'unica parte di vita vissuta: l'eccitante novità dei primi filmetti muti organizzati nella scuola che narravano le avventure di piccoli eroi bambini; il mistero del padre di Crossi, il figlio dell'erbivendola, che il bambino crede partito per l'America e che invece ha ammazzato un uomo ed è stato in prigione. A mano a mano che la guerra diventa più tremenda e sanguinosa, molti dei personaggi della sua infanzia gli appaiono in una luce diversa e Franti, il bambino cattivo, manesco e discolo, espulso dalla scuola e chiuso in riformatorio, considerato da tutti come un piccolo mostro da evitare, sembrerà ad Enrico l'incarnazione di quei soldati-ragazzi inconsapevolmente mandati a morire.